A circa sei chilometri da Calatafimi si trova il Parco archeologico di Segesta, che fu la più importante delle città degli Elimi.
Cenni storici. Il mito, ripreso da Virgilio nell’Eneide (Libro V) narra che Segesta, il cui nome in origine fu Acesta o Egesta, venne fondata dall’eroe troiano Enea e popolata con una parte di quei profughi che con lui erano fuggiti dopo la distruzione di Troia (1183 a.C.). La città fu eretta all’interno del territorio della Sicilia occidentale su cui, dall’alto di Erice, regnava Aceste,figlio della troiana Egesta e del fiume sicano Crimiso, che scorre nel territorio segestano.
Le antiche fonti storiche non si discostano molto nella sostanza da quanto narra il mito, infatti lo storico greco Tucidide, a proposito della origine degli Elimi, scrive di profughi troiani che, dopo la distruzione della loro città, trovano rifugio nella Sicilia occidentale, dove si fondono con gli indigeni Sicani e con Greci della Focide, provenienti anch’essi da Troia. La fusione di questi tre popoli e culture, diede origine, secondo Tucidide, agli Elimi.
La moderna storiografia sulla base di rinvenimenti archeologici ha confermato la provenienza degli Elimi dal Mediterraneo orientale in particolare dalla penisola dell’Anatolia, sulla cui costa nord occidentale sorgeva Troia.
Le prime notizie storiche riguardanti Segesta si riferiscono alla sua lotta con la vicina Selinunte per la supremazia sulla Sicilia occidentale. Questa lotta, di cui abbiamo notizie a partire dal VI secolo a.C., prosegue con alterne vicende fino a quando alla fine del V secolo a.C., per l’intervento di Cartagine, alleata di Segesta, Selinunte viene definitivamente sconfitta. Ma gli alleati cartaginesi presto si trasformano per Segesta in dominatori. Nel IV secolo la città subisce per due volte l’assedio dei tiranni di Siracusa, prima quello di Dionisio (397 a.C.), poi quello di Agatocle (307 a.C.), il quale la distrusse e fece strage dei suoi abitanti.. Durante la prima Guerra Punica (264 – 241 a.C.) si schiera, anche in ricordo delle comuni mitiche origini troiane, con Roma. Nel 260 a.C. viene cinta d’assedio dai cartaginesi. Roma le concederà i privilegi di “città libera ed immune”. Sotto il dominio romano Segesta rifiorì; seguendo poi le sorti dell’impero di Roma in un lento declino, fino ad essere definitivamente abbandonata, secondo recenti indagini archeologiche, nel VI secolo d.C.
Tempio di Segesta
Visita. Il Tempio dorico, V secolo a.C., è probabilmente il monumento più noto di Segesta. Esso si erge maestoso ed integro al di fuori del perimetro delle mura della città su una piccola altura, le cui pendici sono segnate a nord, a sud e ad ovest dal fiume Crimiso. Secondo alcuni studiosi si tratta di un vero e proprio tempio rimasto incompiuto; secondo altri è invece un peristilio che delimitava uno spazio sacro con un altare a cielo aperto. Non si conosce al culto di quale divinità fosse dedicato; ma si può notare che lo accomuna all’altro più antico luogo di culto segestano, scoperto intorno al 1950, il Santuario di contrada Mango, (VI – V secolo a.C.), il sorgere fuori le mura della città e la prossimità al fiume Crimiso, sacro agli Elimi.
Altro monumento simbolo di Segesta è il Teatro (II secolo a.C.), eretto sull’acropoli nord, quando durante il dominio romano, ci fu una radicale ristrutturazione urbanistica della città. Il Teatro, con tre ordini di sedili, aveva una capienza di poco superiore ai 4.000 posti a sedere. È uno dei più suggestivi e ben conservati teatri dell’antichità e viene ancora oggi utilizzato durante la stagione estiva per spettacoli e rappresentazioni. Nella parte occidentale della sua monumentale struttura è inglobata una grotta, in cui sono stati rinvenuti reperti risalenti alla età del bronzo finale e una sorgente sacra.
Teatro di Segesta