Calatafimi, l’unica sopravvissuta delle tre Segeste Medievali
Calatafimi Segesta è al centro di un territorio, che fu toccato dapprima dal Mito, che narra che Eracle, attraversandolo, durante una delle sue fatiche, si sia ristorato presso le Terme Segestane. Il Mito poi si fuse con la storia, e in questo stesso territorio il troiano Enea, diretto verso il Lazio, dove i suoi discendenti avrebbero eretto Roma, fondò Segesta (Virgilio, Eneide, libro V). Quindici secoli sono trascorsi dalla fine di Segesta (VI secolo d.C.), durante i quali questa terra, ha subito come la Sicilia tutta, il dominio di popoli di lingua e cultura diverse.
Oggi Calatafimi resta il centro abitato più vicino, sia dal punto di vista geografico, che da quello etno – antropologico, all’antica civiltà degli Elimi, che popolarono Segesta. Calatafimi è infatti l’unico sopravvissuto di tre insediamenti umani, che la più recente storiografia ha definito le tre “Segeste medievali”f11. Questi tre centri sorsero sul territorio di Segesta dopo il suo dissolvimento, ed in essi, nel Medioevo, si stabilì la popolazione che abitava il territorio segestano. Queste tre “Segeste medievali” furono: Calathamet* (nei pressi delle attuali Terme Segestane), Calatabarbaro* (sull’acropoli nord di Segesta, in cima cioè a quel colle che viene ancora oggi chiamato Monte Barbaro), e Calatafimi. Delle tre “Segeste medievali” l’unica sopravvissuta è Calatafimi, mentre sia di Calathamet che di Calatabarbaro rimangono solo i resti archeologici, che come quelli di Segesta si trovano nel territorio di Calatafimi.
Il Visitatore di questi luoghi ha dunque la possibilità di compiere un viaggio ideale di millenni, che partendo dal mito, passando per Segesta, trova in Calatafimi la continuazione medievale e moderna di quella storia.
A Calatafimi troverà anche i luoghi e le memorie di una delle imprese più famose dell’Epopea Garibaldina, Pianto Romano 15 Maggio 1860.
Qui troverà una cultura ricca di tradizioni, le cui radici affondano in tempi remoti.
Itinerari calatafimesi
Chi volesse in poco tempo ripercorrere la storia di Calatafimi dovrebbe portarsi in cima al centro urbano, nella sua parte più elevata (m. 338 s.l.m.), là dove si trovano i resti dell’antico Castello*, da cui il centro abitato ha preso il nome. Calatafimi è infatti un nome di origine araba, e significa secondo le più recenti interpretazioni “Castello dei Phimes”; cioè castello (in arabo “kalat”) della famiglia Phimes, che, come scrive Cicerone (Verr., 2, 3, 92 – 93), aveva grandi proprietà nel territorio segestanof4. Fu intorno al “Castello dei Phimes” che ebbe origine l’attuale centro abitato, ed è lì che si trova la sua parte più antica. Calatafimi fu infatti all’inizio un piccolo nucleo di case, che sorgeva nel pianoro a oriente del Castello, oggi occupato da una parte della pineta che ricopre il colle. L’originario piccolo nucleo urbano per l’aumentare della popolazione si allargò nei secoli con lento movimento, scendendo verso valle, per poi risalire sulle pendici e fino a metà costa del colle Giubino, oggi detto Tre Croci, e fin sulla cima dell’altro colle, su cui sorgono i quartieri della Chiesa Nuova e di Santo Vito.